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F. CALONGHI E P. RIVOIRE
DIZIONARIO ITALIANO – LATINO IN CORRELAZIONE COL
DIZIONARIO LATINO-ITALIANO DI C. E. GEORGES
TORINO ROSENBERG & SELLIER LIBRERIA INTERNAZIONALE
3 — Via Bogino — 3 1895.
PROPRIETÀ LETTERARIA
Torino — Stabilimento Tipografico VINCENZO BONA — Via Ospedale, 3.

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PREFAZIONE
Nel compilare questo breve Dizionario Italiano-Latino [Le lettere A- O sono compilate da F. CALONBHI: le lettere P – Z e i Nomi proprii da P. RIVOIRE.], ci siamo prefissi lo scopo di far un lavoro pratico, semplice e chiaro ad uso degli studenti dei nostri Grinnasi e Licei, ai quali si può dire esclusivamente dedicato.

Il metodo da noi seguito è dedotto in gran parte dai Dizionari tedesco-latini di K. E. Georges [K. E. Georges, Ausführliches Deutsch-Lateinisches Handwörterbuch, settima edizione, Leipzig, 1882 — e Kleines Deutsch-Lateinisches Handwörterbuch, quinta edizione, Leipzig, 1888. ], dei quali ci siamo largamente serviti anche per la scelta del materiale e per l’economia generale del lavoro. Indicate le rispondenze latine di ogni vocabolo, notammo altresì il valore preciso delle principali tra esse (o mediante spiegazioni fra parentesi, o con esempi), affinchè il giovane non si trovasse nella difficoltà dello scegliere, tra molti sinonimi, il più appropriato al passo ch’egli deve tradurre. Nè alla traduzione soltanto abbiam creduto di fermarci, ma, seguendo i citati lavori del Georges, indicammo il costrutto sintattico del vocabolo o della locuzione nella proposizione e nel periodo, cosa che ci sembra assolutamente necessaria in un Dizionario latino ad uso delle
scuole, non potendo la Grammatica bastare per ogni singolo caso e tanto meno supplire con regole generali, di cui è ben nota l’incertezza. Procurammo di non inventare mai frasi o circonlocuzioni latine, e quando ci fu forza di coniarne qualcuna, l’abbiamo fatto dietro imitazione di altre consimili, scelte nei migliori Autori, specialmente di prosa, e ad ogni modo le abbiamo segnate coll’asterisco: il medesimo segno apponemmo a quei vocaboli od a quelle circonlocuzioni da noi proposte per la traduzione di vocaboli tecnici denotanti cose od idee, di cui i Romani non ebbero nozione alcuna.

Riguardo alla mole del libro, vorremmo che lo studioso osservasse ch’ella è forse in ragione inversa della materia in esso contenuta, tanto ci siamo adoperati ad eliminare ogni cosa superflua o soltanto non strettamente necessaria. Cosi a) evitammo le inutili definizioni apposte a vocaboli di significato più che ovvio ; b) trascurammo accezioni rarissime di vocaboli che occorrono, talora una volta sola, in qualche nostro scrittore de’ più antichi, essendo ad ogni modo facile al giovane di cercare in quella vece un sinonimo assai più comunemente in uso ; c) omettemmo in generale i cosiddetti participî passati, fuorché nel caso particolare del loro uso speciale come semplici aggettivi o sostantivi ;
d) omettemmo i termini sconci ed osceni, che nessuno vorrebbe proporre ai giovani in temi di versione; e) finalmente procurammo di non ripetere, di regola, le medesime cose sotto più vocaboli, mediante opportuni richiami fra i più prossimi sinonimi.

Ci sarà chi vorrà apporci a biasimo l’aver registrati troppi vocaboli tolti dalla lingua dell’uso, sia scritta che parlata, in mezzo ai quali qualche purista troverà forse dei pretesi gallicismi. Dobbiam dichiarare che ciò non facemmo a caso, essendo persuasi che alla lingua dell’uso convenga dar luogo anche in un Dizionario italiano-latino, concedendole almeno quel tanto di spazio che altri già concesse, in lavori consimili, ad arcaismi
rancidi ed inutili.

Tali, in due parole, i criteri generali seguìti nella nostra compilazione. La quale, se ebbe per fondamento le opere citate del Georges, contiene altresì buona parte di lavoro tutto nostro, qualunque esso sia, e ha fatto tesoro del materiale contenuto in non poche opere, grandi e piccole, delle quali parecchie, assai pregevoli, sono adottate come libri di testo nelle nostre scuole.

Il nostro lavoro fu lungo e non facile, del che vorremmo che i Colleghi benevoli ci tenessero conto, ove riscontrassero qua e colà mende, inesattezze od omissioni, che speriamo non siano troppo numerose : dei loro consigli, delle loro osservazioni ci
varremo in una eventuale ristampa, che auguriamo alla solerte Casa Editrice Rosenberg e Sellier, alla quale spetta il merito di aver data al libro una forma non inelegante.

Torino, Settembre, 1894.
F. CALONGHI e P. RIVOIRE.

ABBREVIAZIOINI

abl. = ablativo.
acc. = accusativo.
agg. = aggettivo.
alc. = alcuno.
alci = alicui.
alcjs. = alicujus.
alqd. = aliquid.
alqm, alqam, alqas, alqos. = aliquem, aliquam, aliquas, aliquos.
alqa, alqo. = aliqua, aliquo.
anim. = animato.
assol. = assolutamente.
astr. = astratto.
avv. = avverbio.
c. = comune, di genere comune.
cfr. = confronta.
collett. = collettivo.
compar. = comparativo.
comun. = comunemente.
concr. = concreto.
cong. = congiuntivo.
dat. = dativo.
d. Cr. = dopo Cristo.
deriv. = derivato.
difett. = difettivo.
dimin. = diminutivo.
Eccl. = Ecclesiastico.
ed a. = ed altri.
e sgg. = e seguenti.
e sim. = e simili.
ess. = essere, esseri.
f. = femminile.
fig. = figuratamente ovv. figurato.
fisicam. = fisicamente.
gen. = genere.
generic. ovv. in gen.= genericamente, in genere.
genit. = genitivo.
Giurecons. = Giureconsulti.
Gramm. = Grammatici.
id. = idem.
i. e. = idest (cioè). .
imperat.= imperativo.
impers. = impersonale.
inanim. = inanimato.
incoat. = incoativo.
indefin. = indefinito.
indic. = indicativo.
infin. = infinito.
in gen. = in generale.
intens. = intensivo.
intrr. = interrogativo.
intr. = intransitivo.
lat. = latino.
loc. ovv. locat. = locativo (caso)
locuz. = locuzione.
m. = maschile.
meton. = metonimicamente.
moral. = moralmente.
n. = neutro.
nom. e nomin. = nominativo.
ogg. = oggetto.
ovv. = ovvero.
p. es. = per esempio.
partic. = particolarmente , in particolare.
perf. = perfetto.
pers. = persona, persone.
plur. = plurale.
poet. = poetico ovv. poeticamente.
postaug. = postaugusteo.
postclass. = postclassico.
preclass. = preclassico.
prep. = preposizione.
pron. = pronome.
prop. = proposizione.
propr. = propriamente.
proverbialm. = proverbialmente.
q.c. = qualche cosa.
qualc. = qualcuno.
relat. = relativo.
rifl. = riflessivo.
sc. = scilicet (cioè).
Scritt. = Scrittori.
seg. = seguito.
segg. ovv. sgg = seguenti.
sing. = singolare.
sogg. = soggetto.
sost. = sostantivo.
superl = superlativo.
t. t. = termine tecnico.
tr. = transitivo.
trasl. = traslato.
V. = Vedi.
voc. = vocativo.

OSSERVAZIONI

Le frasi si cerchino, in genere, sotto ai sostantivi in esse contenute.

Le frasi o i vocaboli preceduti dall’asterisco* non si appoggiano all’autorità di Scrittori antichi.

Talora non abbiamo registrati alcuni astratti, perchè privi d’una diretta rispondenza latina.

L’abbreviaz. Plin. corrisponde a Plinio il Vecchio; mentre il Giovane vien designato
con Plin. ep.

Gli aggettivi derivati da nomi proprii si cerchino sotto il nome da cui
derivano.

ERRATA-CORRIGE

Sotto Fascia (col. 516) dimenticammo di mettere: fasce per bambini, panni; incunabula, orum, n.; e sotto Fasciare si deve aggiungere: fasciare un bambino, infantem incunabulis colligare.

A

A, 1) prima lettera dell’alfabeto latino;
lat. a, di gen. f. e n.
2) preposizione,
A) seguíta da un nome (sostantivo, aggettivo,
pronome), generalmente non si traduce,
ed il nome si pone al caso dativo. Es.
obbedire alle leggi, parere legibus. –
Molti verbi neutri che in italiano si costruiscono colla particella a, hanno per corrispondenti
in latino verbi colla costruzione
attiva e l’ogg. diretto. Così a me piace,
iuvat me: a me spiace, taedet me, ecc. –
Ciò sarà indicato sotto i singoli verbi.
B) di stato in luogo; in coll’ablativo.
Es. tuo fratello è all’officina, frater
tuus est in officina. – Coi nomi di città, in
latino si tace la preposizione ; se il nome
ha il tema in a od in o ed è di numero
singolare, si usa in latino il locativo; es.
sono a Roma, Romae sum; ero a Corinto,
Corinthi eram: se il nome di città
è di numero plurale ovvero della terza declinazione,
in latino si usa il semplice ablativo
(in funzione di locativo); così a Cartagine,
ad Atene, Carthagine, Athenis.
– Si usa altresì il locativo nelle locuzioni
a casa, domi (sempre con significato di
stato in luogo), in villa, ruri; a casa
mia, tua, sua, domi meae, tuae, suae; a
casa di Cesare, domi Caesaris: si può però
anche dire in domo mea, tua, sua; in domo
Caesaris. – Stelle insegne degli osti, il nostro
a si traduce con a o ab e l’abl. ; es. al gallo
(= all’insegna del gallo), a gallo gallinaceo
(Iscriz.). – Talora a = presso, nel gual
caso si traduce con ad ovv. apud e l’acc. Es.
la battaglia combattuta a Canne,
al lago Regillo, a Salamina,
ecc. =
pugna ad Cannas, ad lacum Regillum commissa
ovv. facta, pugna apud Salamina: in
questi casi per altro il latino dice spesso
pugna Cannensis, Leuctrica, ecc. – Per le espressioni
a mensa, a cavallo, ecc., si
vedano i vocaboli rispettivi; e così per l’a
distributivo nelle espressioni a due a due,
a tre a tre, ecc., vedi i numerali due,
tre, ecc.
C) di moto a luogo; ad, in, coll’acc;
es. venire ad urbem, in forum. Se il termine
ultimo del moto è un nome di città (o villaggio),
di una piccola isola (raramente di
una grande), ovvero uno dei nomi casa,
villa, campagna (da tradursi con domus
e rus), la prepos. a di regola non si traduce.
Es. venire a Roma, Romam venire
(cioè in città, mentre ad Romam venire
significa venire presso Roma); ritornare
a casa, domum redire; andare a Cipro,
Cyprum tendere.
Da… fino a, a, ab… (usque) ad: a
sei miglia dalla città, ab urbe (usque)
ad sextum lapidem, quindi anche in questo
caso l’espressione ellittica ad sextum lapidem.
Oss. 1. . Per le locuzioni temporali a
che ora? a notte inoltrata, da mane
a sera, ecc., Vedansi i vocaboli ora,
notte, sera, ecc.
Oss. 2. . Si pone pure in accusativo,
preceduto da ad ovv. in, l’ultimo termine
del moto figurato e precisamente :
1°) ad indicare l’oggetto o lo scopo
verso cui un’azione è diretta: mittere ad
aliquem; volger preghiera a Dio, ad
deum precari; tener un discorso al
popolo, orationem habere ad populum:
apparecchiarsi a q. c., se parare ad
aliquid (si consideri l’uso poetico se parare
proelio, apparecchiarsi alla battaglia); paratus
ad navigandum (però anche navigando).
2°) ad indicare lo scopo, la destinazione,
l’uso, ecc., esser nato a q. c., ad aliquid
natum esse; ad uso di qualcuno, in
usum alicujus; cosa destinata ad un
dato uso, res ad aliquid destinata.
3°) ad indicare la posizione di un luogo
rispetto ai punti cardinali (considerata come
effetto del volgersi della terra verso un dato
punto); giacere ad oriente, vergere ad
orientem [solem] ; giacere ad occidentea
mezzogiorno, a settentrione, spectare in occidentem [solem], ad meridiem, in
septemtriones. – Si noti l’espressione giacere
a nord-ovest, spectare inter occasum
solis et septemtriones.
3) particella. A) per indicare lo scopo
di un’azione, nel qual caso si traduce con
ut e il congiuntivo, ovvero con ad e il partic,
futuro passivo. Es. ti esorto a partire,
hortor ut proficiscaris; mi diede a
leggere questo libro, dedit mihi hunc
librum legendum (poeticam.,alla greca,anche
coll’infinito : dai gestare, dà a portare,
Verg.). – Dopo i verbi di moto, se lo scopo
di esso moto è espresso mediante un verbo
all’infinito, si può usare altresì il supino
in um. Si possono usare con ugual significato:
a) una proposizione finale con ut o
col relativo qui; b) il gerundio o gerundivo
colla preposizione ad; c) il genitivo del gerundio
o gerundivo con causa o gratià;
d) il participio presente coi verbi venire,
mittere ed anche (ma non è classico) il participio
futuro attivo: es. Legati Delphos
missi sunt consultum Apollinem – ut (ovv.
qui) consulerent Apollinem – ad consulendum
Apollinem – Apollinis consulendi causa
(ovv. più di rado, Apollinem consulendi
causa) – Apollinem consulentes – Apollinem
consulturi.
B) A molti aggettivi segue un infinito
passivo accompagnato dallo a, rispondente
alla domanda: riguardo a che? in questo
caso si usa il supino in u ovv. l’ad col gerundio.
Es. difficile ad intendersi =
difficilis intellectu ovv. ad intellegendum (si
usa evidentemente sempre la seconda maniera,
quando il verbo non ha il supino):
talora (poeticamente) l’infinito passivo: candido
a vedersi, niveus videri (Orazio).
C) Dopo i verbi di eleggere, nominare
e simili, la particella a non si traduce
e così questi verbi hanno in latino due
accusativi. Es. eleggere qualcuno a capitano,
creare aliquem ducem.
D) A aggiunta ai nomi forma molti
modi avverbiali, come a ragione, a
torto, ecc. – V. sotto i nomi rispettivi.

Abate, abbas (Eccl.). – antistes ; praesul
(superiore). – clericus (cherico).

Abavo, abavus.

Abbacare, V. fantasticare.

Abbacchiare, battere con bacchio
o pertica, baculo ovv. pertica decutere.
verberando excutere o sempl. excutere (far
cadere; aliqua re, con q. c.).

Abbachista, colui che fa e tiene
conti, tabularius ; ratiocinator ; calculator;
subducendae rationis peritus. – arithmeticus
(Iscr. = computista). – un buona., bonus
ratiocinator; numerorum potens.

Abbacinamento, V. accecamento.

Abbacinare, V. accecare.

Abbacinato, obcaecatus (accecato). – fig.,
obscuratus (es. visus obscuratus). – occhi
a., oculi caligantes.

Abbaco, arithmetica, ae, f., ovv. arithmetice,
es. f. – in Cicerone soltanto arithmetica,
orum, n.

Abbadessa, badessa, abatissa (Eccl.).
– sacrarum virginum antistita od antistes.

Abbadía, V. abbazía.

Abbagliamento, alucinatio (in senso proprio);
caligatio (es. oculorum). – fig. alucinatio
(Sen.); ed in gen. error (abbaglio).

Abbagliare , propr., privare per
qualche tempo del libero uso della
vista, occaecare ; oculos ovv. oculorum aciem
alicui praestringere (anche soltanto praestringere).
– auferre alicui oculos (come fanno i
prestigiatori, ecc.). – abbagliarsi, della
vista, caligare (confondersi, oscurarsi).
Fig., illudere, caecare, excaecare, occaecare
aliquem ovv. alicujus mentem; oculos alicujus
ovv. aciem animi ovv. mentis praestringere;
mentis quasi luminibus officere. – admiratione
percutere aliquem ovv. alicujus animum (far
strabiliare). – lasciarsi a., decipi; capi;
irretiri. – V. altresì ingannare.

Abbagliato, metaf, caecutiens; alucinans.

Abbaglio, error. V. altresì, a seconda
dei casi, i sinonimi errore, inganno,
illusione.

Abbaiamento, latratus.

Abbaiare, latrare (anche fig., di pers.,
partic. di cattivi oratori); latratum edere;
dare, mittere, emittere. κυρικιμασαηικο – fig., favellare
sconsideratamente, garrire; blaterare,
vociferare (blaterare). – alucinari; temere
loqui (parlare senza senso). – dir male
di quale, o q. c., ingiuriare, allatrare
aliquem o aliquid; obtrectare, oblatrare, obloqui
(alicui). – Proverb., can che abbaia non
morde, verbis o lingua factiosus, iners
opera.

Abbaiatore, latrator. – fig., maledico,
oblatrator.

Abbaiatrice, fig., oblatratrix.

Abbaíno, [Non si appoggiano all’autorità di Scrittori antichi.] tecti fenestella.

Abballare, far su in balla, colligare;
convolvere; colligere.

Abbandonamento, V. Abbandono.

Abbandonare, 1) relinquere; deserere
(tanto un luogo quanto una persona). –
derelinquere (abbandonare per sempre, es.
patriam). – cedere aliquo loco ovv. ex aliquo
loco (lasciando così le occupazioni che si
avevano in quel luogo; per es. provincia, e
de ovv. ex provincia; detto del Console, del
Proconsole, ecc.). – discedere, digredi ab
aliquo ovv. aliquo loco, ab ovv. ex aliquo loco ;
excedere, exire, aliquo loco ovv. ex aliquo loco
(allontanarsi). – cedere ovv. excedere finibus
alicujus rei (uscir dai confini; es. regni). – destituere
(lasciar solo). – alicui deesse (venir
meno a quale, non aiutarlo). – deficere aliquem
(venirgli a mancare). – abbandonare
la scuola, scholam egredi. – l’animo,
dopo la morte, abbandona il corpo,
animus post mortem corpore ovv. e corpore
excedit. – la memoria mi abbandona,
memoria deficit o labat. – la speranza
mi abbandona, destituor a spe. – la
costanza non l’abbandonò mai, constantia
eum ad ultimum comitata est diem.
– esser abbandonato da Dio (dagli
dèi), deo (diis) carere. – abbandonare
q. c. come inutile, non buona, ecc.,
abicere; deponere(es. consilium, sententiam,
amicitiam); desistere aliqua re ovv. seg. dall’infin. (es. itinere, negotio, causas agere,
l’avvocatura); desinere aliquid (es. artem);
omittere aliquid (es. coeptum iter, il viaggio
intrapreso). – abbandonare il partito
di qualcuno, tradire, prodere aliquem; deficere
ab aliquo; desciscere ab aliquo; deserere, desertum
esse pati (p. es. patriam); anche deserere
et prodere; prodere et proicere ovv. proicere
et prodere.
2) rimettere nelle mani o nell’arbitrio di alcuno, alicujus arbitrio committere,
permittere, dedere, addicere.
3) abbandonarsi = lasciarsi andare
senza ritegno, se abicere, ovv.
proicere in aliquid; prolabi ovv. descendere ad
aliquid – abbandonarsi ai piaceri, se
voluptatibus permittere.

Abbandonatamente = senza riguardo,
senza ritegno. V. riguardo e ritegno.

Abbandonato, desertus; destitutus. –
inops; nudus (derelitto, misero). – solus (solo).
– abbandonato ai piaceri, perditus; dissolutus;
ad omnem libidinem proiectus.

Abbandonatore, desertor (es. amicorum,
contrapp. a conservator inimicorum, Cic).

Abbandono, derelictio; desertio; neglectio
(es. amicorum); destitutio (Svet.). – lasciato
tutto in abbandono, omnibus negotiis
posthabitis ovv. omissis ovv. relictis rebus
omnibus.
– mettere, porre, lasciare
in abbandono, V. abbandonare.

Abbarbagliamento , V. abbagliamento.

Abbarbagliare, V, abbagliare.

Abbarbaglío, degli occhi, oculorum
caligatio (= offuscamento, Plin.).

Abbarbicare, Abbarbicarsi, coalescere; radices
agere (metter radici). – complectì aliquid; complecti
et tenere aliquid (propr. e fìg.); apprehendere
aliquid (es. ramos).

Abbarcare, V. ammassare.

Abbarrare, V. sbarrare.

Abbaruffamento , 1) l’abbaruffare,
l’abbaruffarsi, V. accapigliamento.
2) confusione, implicatio (es. rei familiaris,
disordine). – perturbatio (scompiglio).

Abbaruffare, Abbaruffarsi, 1) far baruffa,
V. accapigliarsi.
2) confondere, metter sossopra,
in disordine, turbare ; conturbare ; perturbare
(es. capillos, aciem , ecc.).

Abbaruffato, confuso, disordinato,
turbatus; conturbatus; perturbatus (es. turb.
capilli e ordines aciei conturbati et perturbati).
– confusus ; inconditus (es. oratio);
perplexus (imbrogliato, es. sermo).

Abbassamento, del terreno, decursus
(es. planitiei). – a. della voce, vocis remissio
ovv. submissio.

Abbassare, 1) demittere (in generale). –
submittere (abbassare alquanto). – abbassare
le armi, salutare, armis demissis
salutationem more militari facere. – abbassare
le bandiere, i fasci (per salutare,
rendere il dovuto onore a quale), vexilla,
fasces submittere (a qualc, alicui). – abbassare
il capo, caput demittere. – abbassare
gli occhi, oculos in terram demittere ovv.
deicere (anche sempl. oculos deicere ovv.
vultum demittere); oculos in terram defigere
(guardare con occhi fissi al suolo) ;
terram intueri. – abbassare gli occhi davanti
a qualcuno, alicui oculos submittere.
2) abbassarsi, se demittere (curvarsi
in basso); submitti (detto anche della voce);
desidere (della terra, della nebbia); delabi
(calare; detto della nebbia). – fìg. abbassarsi
= avvilirsi, se demittere, se submittere.
– abbassare a far q. c., prolabi ad
aliquid; se proicere in aliquid (es. in muliebres fletus);
descendere ad aliquid (gs. ad gravissimas
verborum contumelias); anche minuere suam
dignitatem; se abicere, se abicere et prosternere
(agire indecorosamente, abiettamente).
3) abbassare = diminuire (detto
di prezzi, di temperatura, ecc.). V. diminuire.
4) abbassare, detto del sole, del
giorno, di pianeti, ecc., V. calare.

Abbasso, infra; infimo loco. – d’abbasso,
imus.

Abbastanza, satis; sat (come partitivi,
col genitivo; coi verbi anche in modo assoluto;
es. satis consilii ovv. satis consilium
habere). – affatim (affatto). – non parum
(non poco, es. liberalis, liberaliter). – più
che abbastanza, abunde; satis superque :
non abbastanza, non satis; parum (contrapp. a
nimis, troppo). – averne abbastanza, satis habere
; satiatum esse (essere sazio). – avere
abbastanza di q. c., aliquid satis habere; sufficit
mihi aliquid (q. c. mi basta); contentum esse
aliqua re; acquiescere in aliqua re (accontentarsi).
– ciascuno ha già abbastanza da
pensare alle cose sue, satis superque
est suarum cuique rerum. – non averne
abbastanza, satiari non posse. – aver
abbastanza da vivere, habere in sumptum;
rem habere. – averne abbastanza
= averne a sazietà, averne di troppo,
satiatum esse aliqua re; satietas ovv. tacdium
alicujus ovv. alicujus rei me tenet ; taedet
me alicujus ovv. alicujus rei (es. vitae); defessum
esse satietate alicujus rei (non poterne più,
essere stucco e ristucco di q. c.) ; oppure :
capit me satietas ovv. taedium alicujus ovv.
alicujus rei; capio odium alicujus ovv. alicujus rei.
– Riguardo all’espressione : tna di ciò
ho già detto abbastanza e sim., V. bastare.

Abbattere, 1) propr., un edificio, ecc.,
in gen., diruere; proruere; subruere. – evertere
(far diroccare). – dissipare; disturbare
(abbattere, distruggere, rovinare). – abbattere
fin dalle fondamenta, a fundamentis
disicere; funditus evertere; ab imo subruere.
– abbattere con arma da taglio (scure, ecc.),
excidere, comminuere (con e senza securi, ecc.,
es. portam, fores); caedere; succidere (una
pianta, ecc. ; subc. , tagliandola alla base).
– abbattere a colpi (di piccone, ecc.),
tundendo frangere (es. angulos turrium);
plagis deicere (es. murum).- pulsando pedibus
confringere (gettar già a calci, es. fores).
– murum ariete discutere ovv. ferire ; murum
ariete incusso subruere ; ariete discutere (abbattere
coll’ariete). – V. altresì distruggere.
Figuratamente: debilitare: frangere;
affligere (scoraggiare, avvilire) ; anche affligere
et debilitare. – opprimere (opprimere;
detto della paura, di passioni, ecc.). – essere
abbattuto dal dolore, aegritudine
afflictum debilitatumque esse. – abbattere
la tirannide, il dispotismo,
dominationem ovv. dominatum refringere.
2) abbattersi per incontrarsi,
in qualcuno, incidere alicui ovv. in aliquem: in q. c.,
incidere in aliquid
3) abbattersi per accadere. V.
accadere.
4) abbattersi bene, fortuna uti in
aliqua re: a. male, a fortuna derelictum ovv.
desertum esse; rem male gerere.

Abbattimento, 1) eversio (atterramento;
es. templorum). – excisio, excidium (excisio
tectorum, excidium Carthaginis, distruzione).
2) abbattimento delle forze, sia
fisicamente, che moralmente, infirmitas;
debilitas (abbattimento, debolezza permanente).
– virium defectio ; vires corporis affectae;
languor corporis (prostrazione anche
temporanea).

Abbattitore, eversor (alicujus rei, es. Corinthi,
regni, urbis). – exstinctor (alicujus rei,
es. patriae).

Abbattitrice, di q. c., deletrix (es. huius
imperii).

Abbattuto, fig. confectus (es. fame). –
abbattuto dalla malattia, morbo debilitatus.

Abbatuffolare, avvolgere insieme
confusamente (detto di capelli, lana, ecc.),
turbare (es. turbare capillos); conturbare.

Abbatuffolato, turbatus; conturbatus (es.
turbati capilli).

Abbazia, convento, abbatia (Eccl.). –
coenobium monachorum. – dignità di
abate, [Non si appoggiano all’autorità di Scrittori antichi.] abbatis munus; [Non si appoggiano all’autorità di Scrittori antichi.] praesulis ditio ovv.
dignitas.

Abbellare, Vidi. aggradire.

Abbellimento, ornatus; ornamentum (abbellimento
esteriore). – abbellimento della
narrazione, abbellimento oratorio, orationis
ornatus ovv. cultus; ornamenta orationis. –
lenocinia verborum (svenevolezze). – Vidi. altresì
ornamento.

Abbellire, excolere (es. urbem). – le cose
che abbelliscono la vita, res quae vitam
instruunt. – abbellire, render più
bello, narrando, raccontando, aliquid
verbis adornare ovv. oratione exornare. – V.
altresì adornare.

Abbellitura, Vidi. abbellimento.

Abbenchè, Vidi. benchè.

Abbeverare, dar da bere; in gen.,
dare bibere; potum praebere. Più propr.,
dar da bere agli animali, pecus ad
aquam ducere, aquatum ducere ovv. agere.
– abbeverarsi, ad potum ire; potum ovv.
potatum ire; ad potum venire.

Abbeverato, detto di animali, potu
satiatus (es. equi potu satiati).

Abbeveratoio, aquatio; aquarium. – condurre
all’abbeveratoio, Vidi. abbeverare.

Abbiadare, avena pascere ovv. alere (es.
equos).

Abbicare, ammucchiare (covoni del
grano, ecc.), Vidi. ammucchiare.

Abbici, Vidi. alfabeto.

Abbiente, facoltoso, bene nummatus;
pecuniosus; copiis locuples. – copiis rei familiaris
locuples et pecuniosus; dives (ricco).

Abbietto, Vidi. abietto.

Abbigliamento, vestis habitus (vestito
che si porta fuori di casa) o sempl. habitus.
– vestitus (foggia di vestire) ; anche vestitus
habitusque. – vestis ornatus; vestitus atque
ornatus (bella acconciatura) ; vestis cultus o
sempl. cultus; cultus habitusque; ornatus et
cultus (toilette).

Abbigliare, ornare, ornare. – instruere
(preparare). – abbigliarsi, se ornare. –
V. altresì adornare.

Abbindolare, abbindolare qualcuno,verba dare
alicui – Vidi. altresì ingannare.

Abbiosciare, Vidi. avvilirsi sotto avvilire.

Abbisognare, 1) aver bisogno di q. c.,
egere aliqua re; indigere aliqua re ovv. alicujus
rei (aver necessità di q. c., sentirne la mancanza).
– desiderare; requirere aliquid; exigere
aliquid (richiedere).
2) esser di bisogno, esser necessario,
V. necessario.

Abboccamento, colloquium. – invitare
ad un abboccamento, ad se vocare. –
luogo scelto per un abboccamento,
locus ad conveniendum dictus; locus quo conveniatur
ovv. conveniretur. – stabilire
un giorno per l’abboccamento, diem
dicere colloquio.

Abboccare, 1) mordicus premere (tenere
coi denti). – mordicus auferre (portar via
coi denti; es. auriculam).
2) abboccarsi, convenire ovv. congredi
inter se (in unum locum, in un determinato
luogo). – abboccarsi con qualcuno, convenire,
congredi cum aliquo (seg. dall’accusativo
del luogo del convegno, anche se
questo è un nome di città; ovv. coll’acc.
preceduto da ad ovv. in). – abboccarsi
con qualcuno, intorno a q. c., colloqui
cum aliquo de aliqua re;
consilia conferre de
aliqua re; communicare cum aliquo de aliqua re
(ragionare con qualcuno, di q. c.); agere, agitare
cum aliquo de aliqua re.

Abboccato, 1) detto di vino gradevole al
palato, tendente al dolce, dulcis; lenis.
2) detto di persona che mangia di tutto,
mangione, homo multi ovv. plurimi cibi;
homo cibi capacissimus ; homo edax ovv. vorax
(di buona bocca).

Abbominabile, Vidi. abbominevole.

Abbominando, Vidi. abbominevole.

Abbominare, detestare, aver in
odio, aborrire, abhorrere aliquem ovv. aliquid
ovv. ab aliqua re ; abominari aliquem ovv. aliquid;
e, meglio, detestari aliquem ovv. aliquid ; aversari
aliquem ovv. aliquid – animo esse aversissimo ab
aliquo (odiare).

Abbominazione, 1) att., detestatio ovv.
aversatio alicujus rei. – aversissimus ab aliquo
animus (grande avversione). – odium alicujus
ovv. alicujus rei.
2) pass., abbominazione = oggetto
d’abbominio; es., l’avaro è l’abbominazione
di ciascuno, si traduca volgendo
la proposizione così : l’avaro è
abbominato da tutti, o in modo consimile.
– è un’abbominazione (= è una
vergogna, un vitupero), indignum facinus!

Abbominevole, abominandus; detestandus
o detestabilis. – foedus (brutto, vergognoso,
in genere). – nefarius; infandus
(innominabile ; di pers. e di azioni). – spurcissimus (es. tempestas). – azione abbominevole,
foeditas; facinus nefarium; al
plur. anche sempl, nefaria (nefandezze). –
commettere molte azioni abbominevoli contro
qualcuno, multa nefarie committere in aliquem.

Abbominevolmente, foede; nefarie (vergognosamente,
infamemente).

Abbominio, Vidi. abbominazione.

Abbonacciamento, Vidi. bonaccia.

Abbonacciare, tranquillare (es. mare oleo,
Plinio).

Abbonacciato, detto del mare, placidus;
tranquillus.

Abbondante, abundans; affluens. – largus
(largo). – copiosus (copioso). – uber (es.
fructus). – opimus (es. praeda). – amplus
(es. munus). – locuples (es. munus). – vitto
abbondante, victus liberalior.

Abbondantemente, large ; copiose (in
abbondanza). – abunde; prolixe; satis superque
(in sovrabbondanza, a dismisura).

Abbondanza, 1) copia; ubertas; vis (es.
auri). – copia rerum (abundantia è invece
sovrabbondanza). – possedere q. c.
in abbondanza, aliqua re abundare, abunde
habere aliquid – abbondanza di mezzi,
copiae. – vivere nell’abbondanza, circumfluere
omnibus copiis atque rerum abundantia
vivere ; ovv. in omnium rerum abundantia
vivere. – gavazzare nell’abbondanza,
omnium rerum copia diffluere. –
esserci in abbondanza, abundare; suppeditare.
– in abbondanza, abunde; satis
superque. – crescere in abbondanza,
abundanter crescere. κυρικιμασαηικο
2) abbondanza, come qualità dell’oratore,
copia, ubertas in dicendo; copia dicendi;
ovv. alicujus ubertas in dicendo et copia:
come qualità dell’orazione, ubertas orationis.
– magistrato dell’abbondanza (antico
magistrato che curava il provvedimento
delle biade), praefectus annonae.

Abbondanziere, magistrato provveditore
delle biade, praefectus annonae.

Abbondare, 1) aver in abbondanza,
o più che a sufficienza, ovv. esserci
in abbondanza, abundare (aliqua re) ovv.
redundare. – affluere ; exuberare (es. pomis
exuberat annus, Verg.). – abbondar di
ogni cosa, Vidi. abbondanza.

Abbondevole, Vidi. abbondante.

Abbondevolmente, Vidi. abbondantemente.

Abbonire. Vidi. placare.

Abbordare, 1) abbordare una nave,
termine marinaresco = avvicinarsi al
bordo di una nave nemica, per combatterla
da vicino, manus ferreas (in navem) inicere;
in navem hostium transcendere.
2) avvicinare qualcuno, aggredi; accedere
ad aliquem.

Abbordo, Vidi. bordo. – andare all’abbordo
di qualcuno = avvicinarsi a
lui per parlargli, Vidi. avvicinare. –
uomo di facile abbordo, facilis accessu;
ad quem faciles sunt aditus.

Abborracciare, mettere insieme negligentemente,
neglegenter tacere (ovv.
scribere, conficere, perscribere, a sec. dei casi).

Abbozzamento, Vidi. abbozzo.

Abbozzare, designare (anche trasl., a parole,
verbis). – primis velut lineis designare.
– describere (es. fabulae partes, metter giù
le linee generali). – formare; deformare (disegnare,
anche fig.). – adumbrare (termine tecnico della
pittura; però anche dicendo). – instituere
(detto di un artista ; contrapp. ad absolvere,
perficere; es. signum). – inchoare (incominciare).
– disponere (metter giù per iscritto,
es. carmen, orationem, ecc.). – abbozzare
il piano di una cosa, rationem alicujus
rei describere, ovv. designare (es. belli).

Abbozzata, Vidi. abbozzo.

Abbozzatura, Vidi. abbozzo.
Abbozzo, 1) descriptio (disegno). – forma;
species (forma). – imago (imagine). – adumbratio
(schizzo). – far l’abbozzo di un
edificio, formam operis describere ; speciem
operis deformare : in linee, imaginem ovv.
formam operis delineare.

2) fig., descriptio (es. officii); forma (es.
rei publicae); adumbratio (schizzo). – summarium;
velut summa alicujus rei (breve abbozzo,
sommario, es. vitae alicujus).

Abbracciamento, amplexus; complexus.

Abbracciare, 1 ) amplecti ; amplexari ;
complecti. – abbracciarsi, inter se complecti
ovv. amplexari. – abbracciare
stretto, aliquem artius complecti. – tener
abbracciato qualcuno,aliquem complexu tenere.
– essere abbracciato da qualcuno,
in complexum alicujus venire.
2) abbracciare = circondare,
comprendere in ispazio, circumplecti.
3) abbracciare = comprendere, fig., continere
in se e sempl. continere; complecti;
comprehendere.
4) abbracciare per favorire, essere
del partito di qualcuno, Vidi. favorire.
5) chi troppo abbraccia nulla
stringe, pluribus intentus minor est ad
singula sensus (l’animo intento a più cose
diviene meno atto a ciascuna).

Abbracciata, Vidi. abbraccio.

Abbraccio, amplexus; complexus. – correre all’abbraccio, currere, venire ad amplexum.

Abbrancare, 1) afferrare con forza
qualcuno q. c., rapere, arripere aliquem od
aliquid.
2) abbrancare = unir insieme, mettere
in branco, congregare; cogere; compellere
(animali e persone).
3) abbrancare = legare insieme la
branca degli schiavi, remiges vincire,
colligare.

Abbreviamento , 1) traduci mediante
circonlocuzione coi verbi registrati sotto abbreviare.
2) Vidi. compendio e sommario.
3) abbreviaìnento nella pronuncia,
rispetto alla quantità, correptio (es. syllabae,
vocis).

Abbreviare, 1) [Non si appoggiano all’autorità di Scrittori antichi.] breviorem facere (in
gen.). – contrahere (es. orationem); in angustum
cogere (es. commentarios, compendiare); imminuere (abbreviare, rispetto al numero
delle sillabe; es. audisse per audivisse). – notare; per notas scribere (scrivere
con abbreviature, con segni convenzionali;
contrapp. a perscribere, scrivere per esteso).
– non perscribere (es. scrivere TERT. per
tertio).- per compendium ovv. per compendia
scribere ovv. excipere (scrivere tralasciando
delle lettere, abbreviando).
2 ) abbreviare una sillaba, rispetto
alla quantità, corripere.
3) abbreviare la vita a qualcuno,
maturare alicui mortem.

 

 

Abbreviatura, il risparmio di parole o
sillabe nel discorso o nello scritto , compendium;
nota (es. un segno, una sigla per una
parola). – scrivere con abbreviatura, notare
(contrapp. a perscribere, scrivere per intero).
– trascrivere con abbreviature, per
compendia excipere aliquid; notis excipere aliquid
(ad es. le parole di qualcuno.; velocissime, con
segni stenografici).

Abbreviazione, Vidi. abbreviatura.

Abbrividire, aver de’ brividi di
freddo, rigere; algere. – abbrividire per
paura, ribrezzo, borrere; horrescere (inorridire).
– cohorrescere (di più persone). –
exhorrescere, perhorrescere (raccapricciare).
– abbrividisco, horror me perfundit. –
abbrividire davanti a q. c., borrere o
perhorrescere aliquid ; exhorrescere in (coll’abl.).
– perhorresco toto corpore (un brivido mi
corre per le vene) ; ovv. horror ingens me
perstringit. – abbrividisco solo al pensarci,
horret animus imagine alicujus rei.

Abbrivo, l’impeto che prende la
nave spinta dalla vela o dalla voga,
impetus navis ; concitatus cursus. – aver
preso l’abbrívo, detto della nave, quando
cammina con tutta la velocità, contento cursu,
magno cursu, concitato cursu ferri ; ovv. secundo vento ferri.

Abbronzamento, 1) l’atto dell’abbronzare,
adustio; combustio.
2) l’effetto dell’abbronzare, color
fuscus; coloratio.

Abbronzare, 1) colorire in bruno,
fuscare; infuscare (render scuro). – colorare
(partic. del sole). – abbronzarsi = fuscari;
infuscari. – essere abbronzato dal sole,
coloris adustioris ovv. adusto esse.
2) abbruciare leggermente alla
superficie, suburere; aniburere.

Abbruciacchiare, suburere. – amburere
(all’intorno).

Abbruciamento, 1) l’abbruciare,
trans., exustio. – crematio (incenerimento). –
adustio (abbruciamento, scottamento).
2) intrans.,
deflagratio, conflagratio.

Abbruciare, 1) trans., comburere. -exurere
(bruciare del tutto). – amburere (all’intorno).
– cremare ; concremare (incenerire). – igni
necare (esseri anim.). – incendere (incendiare).
– infiammare (dar alle fiamme; es.
epistulam lucerna); anche infiammare incendereque
(es. classem pulcherrimam). – adurere
(anche = tostare). – abbruciar vivo
qualcuno, aliquem vivum comburere; aliquem vivum
igni concremare. – farsi abbruciare,
(cremare), comburi; concremari.
2) intr., comburi ; concremari. – deflagrare
ovv. conflagrare (con e senza flammis
ovv. incendio). – flammis ovv. incendio absumi
ovv. consumi (incendiarsi). – aduri (abbruciacchiarsi).

Abbrnnamento, l’abbrunare, decoloratio.

Abbrunare, 1) render bruno, fuscare;
infuscare.
2) vestire a bruno, a lutto, vestem
lugubrem sumere.

Abbrunato, vestito a bruno, a lutto,
sordidatus; lugentis babitu ; habitu lugubri.
– atratus: pullatus (con abito nero e dimesso,
come segno di lutto).

Abbrunire, Vidi. abbrunare. – divenir
bruno, nigrescere.

Abbrustolire, suburere. – frigere (es.
nuces frictae). – torrere (es. fruges, carnem).

Abbrutire, ridurre come un bruto
(sotto il rispetto morale), hominem ex homine
exuere. – abbrutirsi, omnem humanitatem
exuere ovv. abicere.

Abbuiare, 1) render buio, oscuro,
V. oscurare.
2) Abbuia = si fa buio, advesperascit;
vesperascit (si fa sera): iam tenebrae
oboriuntur; iam primae se intendunt tenebrae
(comincia a farsi buio).

Abburattare, per cribrum cernere ovv.
transmittere.

Abdicare, imperio cedere; imperium deponere
(detto dell’Imperatore). – [Non si appoggiano all’autorità di Scrittori antichi.] regem esse
desinere (del Re). – [Non si appoggiano all’autorità di Scrittori antichi.] dominum esse ovv. dominari
desinere (di un Governante, in genere).
– cedere alicui regnum ovv. imperium.

Abdicazione, abdicatio (es. regni, imperii,
muneris, ecc.).

Aberrare, deviare dal vero, aberrare;
deerrare.

Aberrazione, traviamento di giudizio,
errore, veri error.

Abete, abies ; abietis arbor. – di abete,
abiegnus.

Abetella, abete reciso dal suo ceppo
e rimondo, stilus (stylus).

Abetino, di abete, abiegnus.

Abiettamente , vergognosamente ,
abiecte: perdite.

Abiettezza, animus perditus : perdita nequitia.

Abietto, vilis. – perditus (es. homo, animus).
– profligatus (rovinato moralmente);
anche profligatus et perditus. – contemnendus;
contemptus; despectus (vile, disprezzato).
– abiectus (basso, spregevole) ; anche contemptus
et abiectus. – un uomo abietto
quant’altri mai, homo contemptissimus
ovv. despicatissimus.

Abiezione, humilitas; illiberalitas; animus
abiectus; improbitas (basso sentire);
sordes (bassezza).

Abigeato, furto di bestiame, abigeatus
(Giureconsulti). – commettere abigeato,
pecus furto abigere ovv. sempl. pecus
abigere. – colpevole di abigeato, abactor
(Scritt. Seriori).

Abigéo, abactor (negli Scrittori Seriori).
Abile, 1) atto a q. c., buono a q. c.,
habilis; aptus ; idoneus; appositus (a q. c.,
ad aliquid ovV. seg. da qui e il cong.). – rendere,
abile a q. c., aptare ad aliquid –
rendersi abile a q. c., se parare ovv.
aptare ad aliquid
2) perito, esperto, bonus; prudens
in genere). – arte insignis (es. medicus arte
ins.). – artificis ingenii (es. vir, che ha buona
disposizione alle arti). – artifex alicujus rei (um
artista nel suo genere; es. saltationis: e
talis negotii: di c. inan., manus artifices). –
peritus alicujus rei (pratico, col genit. della cosa
di cui si è pratici; però anche assol. dux
peritus, doctor peritus). – exercitatus in aliqua
re (es. homines in rebus maritimis exercitati).
– eruditus (istruito, esperto; anche
di c. inan., es. della mano esperta di un
medico, erudita manus). – dexter (svelto,
sveglio, destro). – ingeniosus (di buon ingegno).
– sollers (abile e pronto ad eseguire).
– essere un abile danzatore, commode
saltare. – essere un abile flautista,
scienter tibiis canere.

Abilità, habilitas (partic. corporea). –
ars (ab. in un’arte). – artificium (arte; es.
opus summo artificio factum). – usus alicujus
rei (pratica). – exercitatio (abil. acquistata
coll’esercizio ; es. dicendi). – facultas (potere,
attitudine). – peritia alicujus rei (perizia). –
dexteritas; sollertia (prontezza nel pensare
e nell’eseguire).

Abilmente, commode; scienter; perite;
ingeniose; docte (es. psallere); bene (es. interrogare).

Abisso, grande profondità in genere,
infinita ovv. immensa altitudo. – terrae hiatus (nel contesto sempl. hiatus).- locus praeceps
ovv. declivis et praeceps (precipizio). –
locus praeruptus (dirupo). – vorago; gurges
(voragine, burrone). – profundum, con e
senza maris (la profondità del mare).
Fig., esser sull’orlo dell’abisso, in
praecipiti esse. – spingere nell’abisso
qualcune, aliquem pessum dare; aliquem ad praeceps
ovv. ad praecipitem casum dare. – precipitare
ciecamente nell’abisso, in perniciem
caecum ruere.

Abitabile, habitabilis; utilis ad habitandum.

Abitacolo, Vidi. abitazione.

Abitante, incola (abitatore stabile d’una
città, di un paese). – habitator (abitatore
di un luogo; anche inquilino di una casa).
– civis (cittadino, contrapp. a peregrinus,
forestiere). – colonus (colono). – homo (partic.
nel plur. homines ; come nell’esempio haec
regio multos alit homines, questa regione è
ricca di abitanti). – abitante del luogo,
incola loci.- abitante di una città, oppidi incola;
oppidanus. – abitante di un rillaggio,
incola vici ; vicanus ; paganus. – abitante di
un’isola, Vidi. isolano. – abitante di una
provincia, provincialis. – gli abitanti
(di una città, di un’isola, di una regione),
incolae oppidi, loci, insulae, regionis ; qui incolunt
oppidum, locum, insulam, regionem ;
anche sempl. incolae; incolentes; oppidani
(terrazzani); cives (cittadini); multitudo (la
moltitudine dei cittadini); anche ipsi (gli
abitanti stessi, in contrapp. alla città; es.
Agasam urbem tradentibus sese ipsis recept).
le città e i loro abitanti, oppida, homines qui incolunt. – i primi abitanti
della Britannia, qui initio Britanniam
incoluerunt. — abitante vicino a q. c.,
accola (es. accolae fluvii: plur. accolae ovv.
qui habitant circa). – abitante, come femminile,
incola. – civis (cittadina).

Abitare, habitare in aliquo loco (anche nel
pass. habitatur locus); colere, incolere aliquem
locum (avervi sede e possedimenti). – tenere,
obtinere aliquem locum (avervi sede). – abitare
il paese intorno al Rodano,
colere cina ripam Rhodani. – abitare =
esser domiciliato in un luogo, domicilium
ovv. sedem ac domicilium habere in
aliquo loco ovv. col locativo (es. in illa urbe;
Romae, Carthagine). – abitare in casa
di qualcuno, apud aliquem habitare; habitare
cum aliquo; apud aliquem ovv. in alicujus domo deversari
: alicujus hospitio uti (essere ospite di
qualcuno); apud aliquem esse (trattenersi presso
qualcuno). – abitare insieme, in un dato
luogo, una habitare; in eadem domo habitare
e contubernales esse (essere camerati,
abitare sotto la medesima tenda). – abitare
presso qualcuno = star di casa presso
qualcuno, continuas habere domos. – abitare
uscio a uscio con qualcuno, innetis liminibus
habitare. – abitar sotto terra, sub
terra habitare. – i Trogloditi che abitano
sotto terra, Troglodytae, quibus
subterraneae domus sunt. – abitare intorno
ad un luogo, habitare circa aliquem
locum ; circumcolere aliquem locum. – Vidi. altresì
abitato.

Abitato, 1) agg., molto abitato, frequens
incolis ovv. tectis o sempl. frequens (detto di
regioni, città, ecc.). – [Non si appoggiano all’autorità di Scrittori antichi.] frequens accolis (coi
dintorni molto abitati; detto di fiumi). –
tutta la terra abitata, omnis terra, quae
colitur ab hominibus.
2) sost., locus habitatus.

Abitatore, Vidi. abitante.

Abitatrice, incola. – civis (cittadina).

Abitazione, domicilium ; domus; aedes,
ium, f. (casa). – habitatio (la casa presa in
affìtto, appartamento).

Abito, 1) vestimento, foggia di vestire,
vestis; vestimentum; indumentum,
tegumentum corporis. – vestitus (foggia di
vestire). – amictus (mantello). – stola (sottoveste
delle donne). – palla (sopravveste delle
donne). – abito di casa, vestis domestica;
da uscire, vestis forensis: di seta, serica,,
orum, n.; tessuto, lavorato, textilia, ium,
n. – fare un abito, vestem facere. – spender
troppo in abiti, nimio indulgere
vestitui. – mutare abiti, vestimenta mutare
(invece vestem mutare è vestire abiti da
lutto). – il bell’abito dà importanza
alle persone, cultus magnificus addit hominibus
auctoritatem (Quintilian.). – l’abito
non fa il monaco, barba non facit philosophum.
2) abito = complessione, costituzione
del corpo, corporis habitus ; forma.
3) abito = abitudine , Vidi. questo
vocabolo.

Abituale, Vidi. consueto.

Abituare,
1) quclcuno, consuefacere aliquem
(seg. dall’infin. ovv. da ut o ne e il cong.);
aliquem assuefacere, coll’infin. – abituare
qualcuno a q. c., aliquem assuefacere aliqua re.
– alicui afferre consuetudinem, col genit. del
gerundio (es. serviendi). – essere abituato
ad, ecc., consuevisse, assuevisse, didicisse
coll’ infin.
2) abituarsi, consuescere ovv. assuescere,
seguíti dall’infin., ovv. coll’ablat, ovv.
ancora con ad aliquem ovv. aliquid; assuescere
anche con in aliquid – se assuefacere aliqua re
(assuefarsi). – assuescere pati aliquid (abituarsi
a sopportare q. c., es. claram lucem).
– discere aliquid ovv. seguíto dall’infinito (es.
didici esse infelix, mi sono abituato ad
essere infelice). – abituarsi con lungo
esercizio a q. c., magna exercitatione
animum durare ut patiatur aliquid (abituare,
con lungo esercizio, l’animo a sopportare
con coraggio q. c., es. conspectum accessumque
mortis). – abituarsi a stare
cogli uomini, a non temere gli uomini,
assuescere ad homines; assuescere non
reformidare homines. – essere abituati
a stare insieme (anche di animali), consuesse
esse una. κυρικιμασαηικο – abituarsi in modo
da, ecc., in eam se consuetudinem adducere,
ut, ecc.

Abituato, ad una cosa, assuefactus
ovv. assuetus aliqua re ovv. ad aliquid – essere
ab. a q. c., assuevisse ovv. consuevisse aliqua
re ovv. ad aliquid (anche assuevisse in aliquid) :
essere ab. a, ecc., assuevisse ovv. consuevisse,
seg. dall’infin.: assuevisse pati aliquid
(essere abituato a soffrire q. c., es. claram
lucem); solere ovv. solitum esse (usare, essere
solito), seg. dall’infin. (es. stato die
convenire). – com’egli è abituato, ut
solet, assolet; ut instituit; ut facere consuevit.-
come era abituato a fare ogni
anno, ut quotannis facere consuerat. – io
sono così abituato, sic est meus mos. –
egli è così abituato, hic est eius mos.
– non abituato (di pers.), insuetus (es.
navigandi; e ad onera portanda; ed anche
vera audire); insolitus (es. rerum bellicarum,
e ad laborem); insolens (es. belli ; e vera audiendi
; ed anche in dicendo); inexpertus
(che non conosce per esperienza q. c., es.
ad contumeliam).

Abitudine, consuetudine, consuetudo.
– mos (costume). – cattiva abitudine,
consuetudo mala; mos pravus. – l’abitudine
di peccare, consuetudo peccandi. –
secondo la mia abitudine, pro mea
consuetudine; ex instituto meo; ut facere
consuevi; ut institui. -contro alla (mia)
abitudine, praeter ovv. contra consuetudinem;
contra morem consuetudinemque; insuetus
(non abituato). – contro l’abitudine
di qualcuno, praeter o contra consuetudinem
alicujus. -per abitudine, quod ita assueverat
ovv. consueverat. – per una cattiva abitudine.,
propter depravationem consuetudinis.- prender
l’abitudine, in consuetudinem venire
ovv. in morem venire. – prendo l’abitudine
a q. c., in consuetudinem alicujus rei venio ;
mihi aliquid in consuetudinem vertit. – qualcuno,
prende l’abitudine di ecc., aliquis in eam
consuetudinem venit ovv. aliquis in eam se consuetudinem
adducit, ut ecc. – conservare
le proprie abitudine, consuetudinem suam ovv.
institatum suum tenere. – lasciare le proprie
abitudini, a consuetudine recedere ;
instituto suo recedere: a poco a poco,
consuetudinem sensim minuere. – abbandonare
le antiche abitudini, a pristina
consuetudine deflectere. – togliere ad alcuno
l’abitudine di q. c., alicui consuetudinem
alicujus rei (es. obtrectandi) adimere,
detrahere. – riprendere l’antica abitudine,
veterem consuetudinem referre. –
– L’abitudine (l’abito) è quasi una
seconda natura, consuetudine quasi altera
quaedam natura efficitur (Cicero, de fin.,
5, 74) ; vetus consuetudo obtinet naturae vim
(Cicero, de inv., 1, 3). – l’abitudine all’operare
rettamente è per me una
seconda natura, mihi bene facere ex consuetudine
in naturam vertit (Sallustius., Jug.,85, 9).

Abitúro, povera abitazione, casa.

Abiura, abiuratio.

Abiurare, abiurare ; eiurare.

Abiurazione, abiuratio.

Ablativo, ablativus casus o sempl., ablativus.

Abluzione, ablutio. -fare abluzione, abluere;
eluere; perluere (con e senza aqua).

Abnegazione, dolorum et laborum contemptio
(il non badare nè a dolori nè a
fatiche). – rerum humanarum contemptio ac
despicientia (sprezzo delle cose, dei beni di
quaggiù).

Abolire, abolere; usum alicujus rei interdicere. — abolire leggi, Vidi. abrogare.

Abolizione, abolitio (es. sententiae). – levatio
; allevatio (es. oneris). – dissolutio (es.
legum omnium). – abolizione della costituz.
di Licurgo, disciplina Lycurgi
sublata.

Abominabile, ecc., Vidi. abbominevole.

Aborigene, plur. gli Aborigeni, Aborigines,
um.

Aborrente, abhorrens; alienus.

Aborrimento, detestatio ovv. aversatio
alicujus; aversissimus ab aliquo animus; odium
alicujus ovv. alicujus rei.

Aborrire, abhorrere aliquem ovv. aliquid ovv.
ab aliqua re; abominari aliquem ovv. aliquid ; aversari
aliquem ovv. aliquid

Aborrito, invisus ; odiosus.

Abortire, abortum pati.

Abortivo, abortivus.

Aborto, abortus; abortio.

Abrogare, abolere (es. legem). – abrogare
(abrogare coll’autorità del popolo). – derogare
legi ovv. aliquid de lege (abrogare in parte).
– obrogare legi (sostituirne un’altra o toglierle
almeno il pieno valore). – inducere
(cassare, es. senatus consultum). – dissolvere;
resolvere (es. leges, acta Caesaris). – rescindere
(es. pactiones, decreta). – refigere (leges,
staccare le tavole delle leggi esposte in pubblico
e così annullarle).

Abrogazione, abolitio; abrogatio (es.
legis).

Abròstine e abròstino, uva salvatica.
labrusca.

Abròtano, abròtono, sorta d’erba, abrotonum.

Abusare, aliqua re perverse uti, abuti. –
immodice ovv. immoderate ovv. intemperanter
ovv. insolenter ovv. insolenter et immodice
abuti aliqua re (abusare soverchiamente, es.
alicujus indulgentia ed alicujus patientia). – male
ovv. improbe uti aliqua re (fare un cattivo uso
di una cosa). – temere uti aliqua re (usarne
sconsideratamente).- fatigre aliquid (stancare;
es. indulgentiam). – abusare di q. c. a
qualche scopo, aliqua re abuti ad aliquid (es.
ad quaestum atque ad libidinem): aliquid convertere
Ovv. conferre ad aliquid (es. ad bonorum
pestem perniciemque convertere). – lasciar
che altri abusi di noi, se abutendam
alicui permittere atque tradere.

Abusivamente, perverse (malamente):
immodice ovv. intemperanter ovv. insolenter ;
ovv. insolenter et immodice (oltre ogni misura)
ovv. contra inorem e centra ius fasque
(contro ogni diritto divino ed umano).

Abusivo, iniurius o iniuriosus (ingiusto):
illicitus : immeritus. – contra morem (contro
le consuetudini) ovv. contra ius fasque (contro
ogni diritto divino ed umano).

Abuso, mal uso di q. c.-, vitium ovv.
culpa male utentium: utentium pravitas. –
far abuso di q.c, Vidi. abusare. – cattiva
abitudine, consuetudo mala: mos
pravus e res mali ovv. pessimi esempli (un
brutto esempio). – correggere molti
abusi, pleraque pessimi exempli corrigere.

Acacia acacia.

Acanto, acanthus.

Ácaro, insetto, acarus.

Acca, in senso di niente, Vidi. niente.

Accademia, 1) setta di antichi filosofi,

Academia ; Academica secta ; Acaderaici. –
la nuova Accademia, Academia adulescentior.
2) adunanza di studiosi, e luogo delle
loro adunanze, [Non si appoggiano all’autorità di Scrittori antichi.] coetus sodalium litteratorum.
3) scuola, università. Vidi. questi due
vocaboli.

Accademico, 1 agg., Academicus. – umbratilis
(es. esercitatio, esercitazione domestica,
scolastica dell’oratore).
2) sost., un Accademico, cioè un filosofo
della Scuola Accademica, Academicus
philosophus ; Academicae sectae philosophus.
– gli Accademici, Academici.
3) un Accademico (appartenente ad
un’adunanza di studiosi), sodalis.

Accadere, cadere; accidere (anche casu
accidere); incidere (es. incidunt causae, tempora,
si danno circostanze). – contingere
(acc. cosa desiderata). – evenire (succedere).
– usa venire (provarsi). – fieri; effici; perfici
: peragi (compiersi, darsi, avvenire).

Accadimento, Vidi. avvenimento.

Accaduto, sost, l’accaduto, rei ovv. rerum
ordo ; ratio (il modo con cui q. c. avvenne).-
acta res: quae sunt gesta ovv. acta (il
fatto). – narrare l’a., ordinem rei narrare;
ut ovv. quo modo res gesta est (sit), (alicui)
narrare ordine ; (alicui) narrare omnem rem ordine
ut facta est (sit). – ordine rem perscribere
(scrivere l’accaduto), – far noto l’accaduto,
facere omnem rem palam, ut factum
est. – conoscere tutto l’accaduto,
omnem rem scire, ut gesta est.

Accagionare, Vidi. incolpare.

Accagliare, Vidi. coagulare.

Accalappiare, illaqueare.

Accalcare, affollare, stipare, Vidi. affollare.

Accalorare, Vidi. riscaldare.

Accampamento, castra, orum, n. – tentoria,
orum, n. : pelles (le tende). – accampamento.
d’estate,
(castra) aestiva, orum, n. – accampamento.
d’inverno, hiberna, òrum, n. -porre gli
accampamento., castra ponere, locare, collocare, constituere
; castra metari: in un luogo opportuno,
castra loco idoneo facere: vicino
a quelli dei nemici, castra sua
paene hostium castris iungere; di fronte
a quelli dei nemici, castra castris hostium
conferre. – levare gli accampamento, castra
movere, promovere, proferre. – distruggere
gli accampamento. dei nemici, hostem castris
exuere.

Accampare, accamparsi, in aliquo loco
castra ponere (es. in plano). – in aliquo loco
tendere (aver le tende; es. in angusto); castrametari.
– accampare intorno ad una città,
ad un luogo, circumsedere. – essere accampato,
sub pellibus durare; sub pellibus
contineri.

Accanimento, rabies (furore) : pertinacia
(ostinatezza). – combattere col massimo
accanimento, acerrime, fortissime
pugnare.

Accanitamente , rabiose ; pertinaciter
(ostinatamente). – acriter (es. pugnare).

Accanito, 1) acer (in genere). – a q. c.,
alicujus rei studiosissimus, cupidissimus. – essere
accanito a q. c., studio alicujus rei
trahi; cupiditate alicujus rei flagrare; insanire
circa aliquid (perder la testa dietro a q. c.).
2) rif. a guerra, ecc., atrox : ferox.
3) di odio, ira, Vidi. ostinato, implacabile.

Accannellare, avvolgere filo sopra
i cannelli, [Non si appoggiano all’autorità di Scrittori antichi.] filum tabulis iuvolvere.

Accanto, allato, iuxta, coll’acc. – vicino,
prope.

Accaparrare, guadagnarsi, Vidi. guadagnare.

Accapigliamento, altercatio (alterco) ;
rixa (rissa).

Accapigliare, accapigliarsi, fig., cum
aliquo rixari.

Accappatoio, pallium.

Accapponare, castrare i galli, [Non si appoggiano all’autorità di Scrittori antichi.] gallos
castrare.

Accapricciare, Vidi. raccapricciare.

Accarezzamento, l’accarezzare, palpatio.
– blanditiae (carezze; anche fig.).

Accarezzare, qualcuno,mulcere, permulcere
aliquem od aliquid (anche manu) : demulcere
(es. alicui caput, dorsum) ; alicui ovv. aliquem palpare
ovv. palpari) ; amplexari et osculari
(abbracciare e baciare). – fig., aliquem adulari;
alicui assentari; alicui blandiri (accarezzare
= lusingare, adulare, corteggiare e sim.).

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Accarnare e Accarnire, penetrare
addentro nella carne, carnem penetrare,
perstringere.